IL 3DPRINTING IN BIOCHIMICA:
UNA PELLE TUTTA NUOVA
Grazie all’avvento della stampa 3d si stanno facendo passi da gigante anche nell’ambito della biochimica dei tessuti. Di recente è stata pubblicata una ricerca scientifica sulla rivista BIOFABRICATION IOP SCIENCE dove i ricercatori hanno dimostrato che è possibile stampare correttamente una pelle simile a quella umana. Secondo il parere di José Luis Jorcano, professore del Dipartimento di Bioingegneria e Ingegneria Aerospaziale dell’UC3M e capo dell’unità mista CIEMAT / UC3M in Ingegneria Biomedica, si attesta che la pelle stampata in 3D può essere trapiantata a pazienti o utilizzata per scopi aziendali e testare sostanze chimiche prodotte, cosmetici o farmaci in sostituzione delle cavie che vengono attualmente utilizzate.
La pelle è un organo, con questo esperimento si è riusciti a stampare per la prima volta un vero e proprio organo che verrà proposto sul mercato. Replica la struttura naturale della pelle con un primo strato esterno l’epidermide associato allo strato corneo, il quale ha funzione di protezione insieme ad un altro strato più spesso e più profondo come il derma. Quest’ultimo strato è costituito da fibroblasti che producono acido ialuronico e collagene, la proteina che conferisce elasticità e forza meccanica alla pelle.
La stampante 3d in questione è costituita da una serie di iniettori che in modo sequenziale e programmato depositano strato su strato il materiale Bio-organico che andrà a costituire insieme alle cellule le trame tissutali della pelle.
La modalità di deposizione del materiale è stata brevettata dal CIEMAT su concessione del BIODAN
Nel caso di pazienti in presenza di gravi ustioni vengono utilizzate cellule esclusivamente umane per produrre collagene a garanzia di una biocompatibilità con i tessuti del paziente trattato.
Digita questo Link per vedere il video relativo alla stampa 3d del tessuto:
https://www.youtube.com/watch?v=pzlk0VyLw28
In questa foto notiamo un semplice strato di tessuto depositato
Sentendo il parere di Alfred Brisac, CEO di BioDan Group, azienda spagnola di bioingegneria specializzata in medicina rigenerativa che sta collaborando per la ricerca e la commercializzazione di tale tecnologia, “il metodo del bioprinting consente di generare la pelle in modo standardizzato e automatizzato abbassando i costi di produzione rispetto i processi di produzione manuale”.
Attualmente il progetto è in fase di approvazione attraverso i diversi enti europei deputati per la regolamentazione e la garanzia della qualità prodotta. La pelle commercializzata sarà adeguata per l’ utilizzo nei trapianti in pazienti con ustioni e in quelli con altri problemi cutanei. Inoltre, questi tessuti potranno essere utilizzati per testare prodotti farmaceutici, cosmetici e chimici dove le normative vigenti richiedono test che non utilizzano animali.
Ragazzi possiamo dire che anni fa tutto questo lo si vedeva nei film di fantascienza, oggi invece è realtà. Spero tanto si possa arrivare presto a stampare parti o organi vitali per salvare delle vite umane.
Non ci rimane che dire: stampa3d avanti tutta!!!
Alla prossima by Vito Traversa.
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