Il BioServe Space Technologies, centro di ricerca affiliato alla NASA all’Università del Colorado, Boulder sta portando avanti un progetto di ricerca, chiamato Culturing Cellular Magnetic 3D, che utilizza una tecnica di bioprinting sviluppata sulla Terra per sviluppare cellule cancerogene più strutturate a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nel tentativo di promuovere nuove ricerche sul trattamento del cancro.
Nel corpo umano, le cellule tumorali crescono in strutture complesse e quasi sferiche, mentre le cellule tumorali cresciute nei laboratori gerrestri (in vitro) sono limitate a strutture stratificate; ora i ricercatori del centro del BioServe Space Technologies ritengono di poter far crescerenello spazio , strutture delle cellule tumorali 3D che assomigliano molto di piu’ a quelle dei corpi umani . Utilizzando un metodo di bioprinting chiamato Cultura a cellule magnetiche 3D, gli scienziati hanno scoperto di poter utilizzare l’ambiente di microgravità della stazione spaziale a loro vantaggio.Il metodo di bioprinting ideato dai ricercatori consente loro di controllare efficacemente i movimenti delle cellule tumorali usando il magnetismo.
La stampa di atomi d’oro in una matrice polimerica su una coltura di cellule tumorali umane (negli esperimenti che utilizzano cellule del cancro del polmone), gli scienziati sono in grado di utilizzare magneti per controllare la struttura e il movimento delle cellule. Questo perché gli atomi d’oro si legano fortemente alle membrane delle cellule, rendendole magneticamente reattive.
“Questa tecnologia può consentire di gestire le cellule nello spazio in un modo che attualmente non è possibile”, ha spiegato il project manager Luis Zea, associato di ricerca presso BioServe Space Technologies. “Possiamo usarlo per manipolare le cellule e assicurarci che siano dove vogliamo. “Sulla Terra le cellule inserite in biofilm crescono sulla sua superficie, cosa che non accade nello spazio, perché non c’è abbastanza gravità per tenerli attaccati a quella superficie. Così, attualmente, cominciamo a far crescere le celle su un supporto a terra,le lanciamo nello spazio e quindi iniziamo l’esperimento. Grazie alle particelle magnetiche, adesso possiamo iniziare a far crescere le colture cellulari direttamente nello spazio “.
L’aggiunta di atomi di oro alle cellule tumorali per scopi di manipolazione non interferisce né incide sui processi biologici delle cellule, rendendo così la tecnica del bioprinting attiva per la ricerca sul cancro. I ricercatori dicono che la tecnica potrebbe essere utilizzata per manipolare la struttura delle colture cellulari 3D per un particolare tipo di cancro. Inoltre, avere colture cellulari più realistiche per condurre esperimenti potrebbe portare a costi di sviluppo del farmaco più bassi e altri vantaggi in futuro.
Ci auguriamo che questa ricerca porti velocemente ai risultati ipotizzati dai riceratori.
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