Invece di stampare un oggetto layer-by-layer, che porta a velocità estremamente lenta, nonché una struttura complessiva debole simile a quella dello scisto, questo tecnica sfrutta la luce congiuntamente all’ossigeno come agente inibente creando una struttura solida e pulita a velocità sorprendenti.
Inserendo infatti l’ossigeno nell’equazione della tecnica meccanica per la stampa 3D, questa diventa improvvisamente un processo fotochimico parametrizzabile che diminuisce rapidamente i tempi di produzione, rimuove l’effetto di stratificazione, e fornisce una tecnologia per la stampa 3D di livello superiore.
Un abisso di perfezione rispetto alle stampanti 3D attuali, che non reggono il confronto come precisione della finitura.