La casa di moda Gucci ha preparato l’ultima sfilata a Milano con una serie di accessori che accompagnavano le modelle in passarella decisamente impressionantii: le loro teste stampate in 3D. Gli accessori inusuali hanno richiesto circa 6 mesi di lavoro , partendo da una scansione 3D in alta risoluzione delle teste delle modelle Dwight Hoogendijk e Unia Pakhomova.
Non esistono al momento molti dettagli su quale tecnologia di stampa 3D sia stata utilizzata per realizzare le repliche di testa, ma sicuramente è stata necessario un grande lavoro di post-processing per dare loro quel tocco ultra-realistico (a partire dai capelli che non possono esssere stati stampati ma aggiunti successivamente)
Alessandro Michele,il direttore creativo di Gucci, ha spiegato che l’idea è stata ispirata al saggio del 1984 di Donna Haraway “A Cyborg Manifesto: Science, Technology, and Socialist-Feminism in the fine del XX secolo. ”
Le teste stampate in 3D sono state pensate per rappresentare ed evocare la lotta per trovare e accettare la propria identità in una sorta di gioco atto a prendersi cura della testa e dei pensieri e non sorprende che la sfilata abbia suscitato scalpore sui social media. Del resto uno dei compiti della moda è anche quello di esaltare l’esteica facendo leva sulle sensazioni e sullo stupore. Gucci sembra esserci riuscito
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