
“Chissà come funziona una stampante”. Ammettilo: l’hai detto e l’hai pensato centinaia di volte. Del resto capita spesso di interagire con quest’oggetto e, tra una copia e l’altra, di rimanere preda di una certa curiosità istintiva. Insomma: come fa una semplice macchina a riprodurre per filo e per segno i contorni di un’immagine, un documento o qualsiasi altra informazione? Beh, sappi che non si tratta di un procedimento molto complicato e, se proprio vuoi toglierti questa curiosità, ti basterà leggere le poche righe che seguono.
Come funziona una stampante inkjet?
Partiamo da una constatazione: le stampanti ad oggi più diffuse ed utilizzate appartengono essenzialmente a due grandi famiglie: quella delle inkjet e quella dei prodotti a laser. Sebbene sul mercato esistano attualmente anche altre tecnologie, ci soffermeremo perciò soltanto su queste due categorie di stampanti, quelle che insomma ti potrebbe tornare utile conoscere meglio.
Partiamo dalle varianti a getto di inchiostro. In questo caso l’elemento principe del meccanismo è la testina. Di cosa si tratta? Beh, è semplice: la testina è un pezzo comandato elettronicamente dalla macchina. La sua funzione è quella di lasciar fluire l’inchiostro sul foglio. Essa compie questa operazione muovendosi regolarmente da destra a sinistra sino a percorrere per intero una linea immaginaria (e stabilita comunque da te quando decidi le impostazioni di stampa).
Una volta ultimato il suo percorso, la testina si blocca per una frazione di secondo. In quel lasso di tempo gli ingranaggi interni della stampante lasciano scorrere in avanti, secondo misure definite a monte, il tuo foglio di carta. La testina quindi si riattiva compiendo la stessa identica operazione descritta poco sopra.
Una normale stampa vede l’alternanza di questi due movimenti eseguiti ad alte velocità. Ora: la testina rilascia inchiostro sotto forma di piccoli punti, i cosiddetti pixel stampati. Essa quindi è destinata a reiterare la medesima operazione per migliaia di volte nel corso di un’unica stampa.
A questo punto dobbiamo aprire una piccola parentesi: più pixel sarà in grado di produrre la testina e più questi puntini saranno piccoli. Ciò significa che la risoluzione della stampa sarà sicuramente più elevata. I modelli in tal senso più efficienti avranno ovviamente un costo maggiore anche se comunque abbordabile per qualsiasi tasca.
Un altro elemento che ha ovviamente un suo peso nella buona riuscita dell’operazione è la cartuccia. Questa parte del prodotto può variare per forma, peso, grandezza e capienza. In linea di massima perciò ogni macchina monterà delle cartucce specifiche o delle compatibili. Nella loro versione basic esse si compongono di semplici scatolette in plastica all’interno delle quali trova alloggio una piccola scheda elettronica. Tali scatolette vanno sempre montate sulle testine con cui comunicheranno lasciando a loro volta defluire l’inchiostro contenuto.
Le cartucce, lo sappiamo tutti, possono racchiudere inchiostro nero o colorato (magenta, ciano, giallo ed in alcuni casi anche ciano chiaro e magenta chiaro oppure ancora verde ed arancione). Ultima precisazione: i colori delle immagini si ottengono grazie ad una sapiente miscelazione delle suddette tonalità. I prodotti migliori offrono la possibilità di sostituire all’occorrenza ogni singola cartuccia.
Se insomma si esaurisse il ciano per tornare a stampare le tue immagini dovresti reintegrare soltanto questa gradazione di inchiostro. I modelli più economici di stampanti inkjet invece ti costringerebbero a cambiare tutte le cartucce anche perché molto spesso gli inchiostri diversi dal nero vengono raggruppati in un unico contenitore esterno.
In questa guida trovi tante altre informazioni utili: come scegliere una stampante wifi laser e inkjet
Come funziona una stampante laser?
Passiamo adesso alle stampanti laser. Si tratta di dispositivi sicuramente meno diffusi rispetto ai congegni a getto di inchiostro, ma dotati di una tecnologia più moderna ed ovviamente più costosa in confronto alla versione inkjet. In questo caso le cartucce, chiamate toner, non trovano alloggio sulla testina bensì sulla parte basale della macchina. I progettisti hanno così fatto in modo di garantire all’utente una maggiore durata dei toner.
Ciò significa che acquistando questo tipo di stampante dovrai provvedere alla sostituzione delle cartucce sporadicamente e che stampare una copia avrà un costo decisamente inferiore rispetto a quanto accade con le normali inkjet. Insomma: il prezzo d’acquisto leggermente più elevato potrà presto essere ammortizzato.
Una curiosità: i toner per stampanti laser contengono inchiostro in polvere. Questo particolare è legato al principio di funzionamento della macchina. Avviare una copia significa infatti stimolare il tamburo della stampante con delle cariche elettrostatiche. In poche parole si genera così un laser che mette in azione un piccolo cilindro metallico.
Quest’ultimo entrerà quindi in contatto con l’inchiostro che è in polvere per evitare che il metallo di cui si compone il cilindro generi attrito impattando con il fluido dei normali inchiostri. Il tamburo a quel punto avrà caricato di ioni negativi la carta su cui stampare la copia.
Ciò farà sì che l’inchiostro attecchisca sul foglio. La carta, perché tutto vada per il verso giusto, si muoverà sempre nelle immediate vicinanze del tamburo. Una volta rilasciato l’inchiostro infine un piccolo getto di aria calda farà sì che questo si fissi stabilmente al foglio.
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