Rompersi un osso è un dolore enorme e ripararlo spesso comporta un intervento chirurgico, che include l’impianti metallici quali piatti, viti e barre per stabilizzare l’osso mentre si ripara e che devono ( una volta che l’osso si è risaldato) essere successivamente rimossi, con il il rischio di complicazioni come infezioni o di ulteriore dolore.

In futuro la riparazione di una frattura potrebbe essere resa più facile grazie alla stampa 3D .Una grande quantità di ricercatori stanno infatti sperimentando impianti biocompatibili stampati in 3D, e l’ultima novità viene da Evonik, società chimica che ha sede in Germania, che sta sperimentando materiali compositi biodegradabili come alternativa alle protesi metalliche. La ricerca è ancora nelle fasi iniziali, ma Evonik spera che si tradurrà in impianti biocompatibili che possono essere assorbiti dal corpo durante la riparazione dell’osso, eliminando la necessità di interventi futuri.
I materiali, polimerici a base di acido polilattico creati allo scopo specifico da Evonik, si scompongono in anidride carbonica e acqua per un periodo di tempo variabile da alcune settimane ad alcuni mesi, a seconda della composizione molecolare del materiale, lunghezza della catena e cristallinità , e attualmente Evonik sta cercando di rinforzare questi polimeri biodegradabili con sostanze come i derivati di fosfato di calcio. In questo modo mentre i polimeri si degradano a poco a poco il calcio e il fosfato possono essere assorbiti nel nuovo tessuto osseo che viene a formarsi
I ricercatori che lavorano a questi nuovi materiali fanno parte dell’unità di innovazione strategica di Evonik, e lavorano fianco a fianco con esperti di assistenza sanitaria e di business performance della società. Il video sottostante illustra i settori di applicazione della società
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