
Sempre più reale e meno virtuale; sempre più coinvolgente, capace di creare esperienza, di riprodurre un mondo parallelo ed alternativo. Il mondo del gaming oggi è in buona sostanza questo. Non più solo divertimento o semplice intrattenimento, come dimostra la fama che gira oggi intorno alla figura del gamer.
Un trend che parte da lontano: la grafica 3D nel design gaming è venuta fuori più o meno alla metà degli anni Novanta del secolo scorso. Dapprima il 3D si traduceva in giochi concombinazione di triangoli e poligoni di diverso colore, dimensione, posizione, capaci di dar vita
ad immagini tridimensionali. Dai primissimi, piccoli capolavori come Alone in The Dark si è poi passati a titoli come Tomb Raider, Final Fantasy. Tutti sviluppati ed implementati con il 3D e capaci, come è noto dal loro successo, di segnare un’epoca.
Il salto di qualità definitivo è avvenuto quando, al fianco del 3D, è comparsa la prima tecnologia HD, poi UHD, infine 4K. Nel corso degli anni il 3D ha visto varie evoluzioni, la più importante legata alla motion capture, che oggi è visibile perfettamente nei titoli di simulazione calcistica. Nello sviluppo di giochi calcistici vi sono giocatori che si prestano a fare
modelli, altrimenti titoli come e-Football o Fifa sarebbero impensabili. Ma anche giochi di azione, come per esempio Death Standing, una logica ormai comune a tutte le principali produzioni.
Oggi il 3D investe tutto il mondo del gioco, compreso quello dell’azzardo: Starcasino ha implementato il 3D in vari titoli, che siano essi slot machine o semplici giochi da tavolo.
Famoso, in questo caso, il blackjack tridimensionale prodotto dall’operatore.
Il fatto di creare modelli tridimensionali e fotorealistici nell’ambito del gioco ha spinto anche altri settori ad implementare le funzioni del design 3D: si chiama gamification quel processo che comprende la trasposizione di dinamiche di gioco in contesti non ludici. Per questo oggi il 3D è alla base della realizzazione di materiali promozionali, showroom virtuali, pagine e-