Anagram è il titolo della mostra personale che inaugurerà a METRONOM di Modena il 12 dicembre, di Marco Signorini, docente di Fotografia che da molti anni lavora e si interroga sulla potenzialità della tecnologia digitale, conducendo la sua ricerca nel fertile territorio di una nuova realtà che plasma lʼuniverso in cui risiediamo. Il suo metodo, traslato da quello del computer, erge il digitale a parte costitutiva dellʼimmagine dove particolari algoritmi elaborano le fotografie di partenza per creare nuove forme astratte che a loro volta possono essere convertite in modelli 3D e stampate tridimensionalmente. In questo modo si attua una continua trasformazione, che può essere verificata solo al momento della scelta, vero accadimento digitale.
Il percorso che Signorini interpreta con le sue opere, parte dalla selezione di alcune immagini che sposano alcuni tratti in unione ad un processo randomico, e attraverso un algoritmo interpreta le forme e ne crea altre a sua volta. L’artista focalizza la sua opera in modo critico rispetto al surplus di immagini e di comunicazione di cui la società contemporanea è pervasa e ne ricerca al tempo stesso una interpretazione personale se non una via di uscita.
Lʼimmagine che viene a generarsi, non solo rispecchia la forte indeterminatezza della fisica dei quanti, ma abbandona sempre più la rassicurante percezione figurativa della realtà per corrispondere ad un mondo di avvenimenti e non più di cose. È nella natura particellare di cui siamo fatti che Signorini riconosce il potere umano e conoscitivo della fotografia, da lui stesso definita come “la memoria, collettiva o personale, di un mondo fatto immagine”. Lʼartista interviene manipolando la sequenza dei pixel e delle immagini, consentendo al software di “divenire un Luogo, unʼImmagine, un Essere” attraverso il suo algoritmo, che rappresenta una catena minima di elaborazione aperta ad infinite varianti.
È lʼalgoritmo stesso, in una situazione di confusione visiva, che caratterizza lʼimmagine come entità aperta, poiché ognuno vi/si guarda, vi/si riflette. Solo in questo magma di informazioni che continuamente gestiamo e fruiamo, possiamo attivamente partecipare alla generazione di una nuova immagine, antinarrativa per definizione e sublimata dalla presenza simultanea di più forze.
Nella mostra Signorini espone anche alcune opere derivanti da immagini rielaborate in modelli (grazie anche alla collaborazione con Daniele Rossi che si è formato all’Accademia di Belle Arti di Carrara) e successivamente stampate in 3D che ampliano ancora di piu’ il concetto già espresso di digitale come parte costitutiva dell’immagine e in questo caso del bassorielievo. La scelta di stampare le immagini anche in 3D, ottenendo l’effetto bassorilievo, è nata dalla plasticità che gli algoritmi hanno dato ad alcune immagini di partenza una volta sottoposte all’elaborazione.
Questa scelta vuole anche sottolineare che oggi usiamo strumenti di acquisizione di immagini corrispondenti alle macchine fotografiche analogiche, ma utilizzando un linguaggio diverso dalla fotografia. Quindi niente toglie che un file, nato come analogo digitale di un’immagine fotografica, venga utilizzato per una stampa 3D , anche nella logica del testo che vede il lavoro nel suo insieme come recupero di un’estetica tradizionale ma rinnovata.
La mostra Anagram di Marco Signorini aprirà il 12 dicembre 2015 e rimarrà aperta fino al 06 febbraio 2016 a METRONOM , viale G. Amendola, 142 ,Modena
Marco Signorini è nato a Bagno a Ripoli nel 1962. Vive a Firenze ed è docente di Fotografia allʼAccademia di Brera e Carrara.
Nel 1996 è invitato a Passaggi, a cura di Antonella Russo per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. In seguito ha lavorato per il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo con Idea di Metropoli (2002) e Ricordami per sempre (2011) entrando a far parte della collezione permanente del museo con le opere realizzate.
Con Linea di Confine per la Fotografia di Rubiera ha realizzato Mother Way (2001) e Luoghi della cura (2005) presentati nella collettiva Trans Emilia al Fotomuseum di Winterthur e al SK Stiftung Kultur di Colonia.
Con Damiani editore ha pubblicato i libri Echo (2007) e EarthHeart (2011).
Ha partecipato nel 2009 al Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate e al Festival Europeo per la fotografia di Reggio Emilia, oltre che presentare ((RA)) sua prima mostra personale in Metronom.
Nel 2011 partecipa alla collettiva Padiglione Toscana al Centro per lʼArte Luigi Pecci di Prato. Nel 2012 la sua seconda mostra personale EarthHeart presso Metronom Fuorimappa, è presentata al Centre dʼArt Nei Liicht, Dudelange in Lussemburgo. Nel 2015 è fra gli artisti di Imago Mundi- Praestigium Italia nella collezione di Luciano Benetton.
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