ll 6 aprile 2015, il Marshall Space Flight Center della NASA, che ha sede a Huntsville ha ricevuto un pacco molto particolare dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Il plico conteneva infatti i primi oggetti costruiti utilizzando una stampante 3D nello spazio.
Secondo i rapporti, la dimostrazione tecnologica che si è svolta nello spazio ha avuto l’obiettivo di mettere in mostra che la tecnologia di Stampa 3d consenta la produzione di una vasta gamma di strumenti e parti, anche in assenza di gravità. Questo, secondo gli esperti, è solo il primo passo nella direzione della produzione di macchine predisposte per stampare oggetti su richiesta, che avranno un ruolo fondamentale in missioni spaziali di lunga durata e per tutte le spedizioni umane in altri pianeti , dove non sia possibile fornire supporto logistico dalla terra.
La procedura è iniziata nel mese di novembre 2014, con l’installazione di una stampante 3D nella Stazione Spaziale Internazionale Microgravity Science Glovebox.
Il processo è stato avviato da Barry Wilmore, un astronauta della NASA. Entro la fine del 2014, l’equipaggio è riuscito a produrre un totale di 21 elementi utilizzando la stampante. Il primo oggetto ad essere costruito con questa tecnologia speciale fu una chiave.
Per la costruzione di 21 elementi, la stampante ha usato 14 modelli differenti e le parti stamapate sono tornate sul nostro pianeta nel febbraio 2015 con la navicella SpaceX Dragon e consegnate agli ingegneri.
Gli esperti del Marshall Space Flight Center ora testeranno gli oggetti 3D stampati nello spazio e li confronteranno con gli stessi stampati sulla terra per sottoporli a prove di resistenza e durata.
Questi test strutturali permetteranno agli scienziati NASA di capire se la stampa 3D è efficace nello spazio come lo è sulla superficie della Terra.