Un metodo rivoluzionario con tessuto a traliccio stampato in 3D, per la ricostruzione del tessuto del seno ai sopravvissuti al cancro è stato scoperto da ricercatori francesi. Il progetto, denominato MAT (T) ISSE, è stato lanciato da Julien Payen, un dottorando che ha conseguito un dottorato di ricerca in Vita e Scienze della Salute a Lille University.
Attualmente, esistono due metodi per la ricostruzione del seno nelle donne che hanno subito una mastectomia: impianto di protesi in silicone, o il lipofilling, cioè innesti autologhi di tessuti grassi nel seno. Entrambe le procedure tuttavia presentano dei rischi per la salute del paziente e sono molto costosi.
I ricercatori hanno concepito di una nuova protesi bio-assorbibile che potrebbe rivoluzionare la chirurgia ricostruttiva del seno. La tecnica combina l’iniezione di tessuto adiposo autologo con un impianto “riassorbibile”. L’impianto, è costituito da un guscio stampato e un reticolo tessile 3D bio-riassorbibile, che aiuta a sostenere la crescita delle cellule del seno.
Utilizzando la stampa 3D per creare guscio della protesi, i medici possono personalizzare la forma dell’impianto per adattarsi alla morfologia del torace del paziente, grazie al modello ricostruito dalla risonanza magnetica.
Una volta impiantato, il tessuto adiposo dal paziente può essere attaccato alla struttura tessile dell’impianto, che permette una ricostruzione puntuale e naturale.
La protesi mammaria può essere riempito nel giro di circa sei-otto settimane, dopo di che tutto l’ impianto protesico viene riassorbito e il paziente mantiene un seno reale ricostruito poichè le cellule di grasso utilizzeranno il tessuto come supporto per moltiplicarsi e riformare il seno.
il progetto innovativo MAT (T) ISSE ha ricevuto il primo premio di Théophile-Legrand ed in effetti, il progetto potrebbe offrire una soluzione sicura ed efficace per migliaia di donne che soffrono di cancro al seno .
Il progetto è stato finanziato in parte dal reparto di chirurgia e del tessuto del Centro Ospedaliero Regionale (CHRU) e i ricercatori hanno già iniziato i test che potrebbe durare fino a cinque anni per la sua adozione nel mercato
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