La Robotica Soft è un campo relativamente nuovo della ricerca che mira a creare robot flessibili che sono più facilmente adattabili per l’interazione umana. Spesso, le forme di queste creazioni e la meccanica del loro movimenti sono ispirati da un attento studio della natura, nel tentativo di trovare un ‘andamento organico’ con le macchine. La Stampa 3D ,con i suoi filamenti flessibili è un modo in cui questa integrazione di robot e movimento sta prendendo corpo.
Nel esposizione Exo-biote, l’Istituto Nazionale per la Ricerca in Informatica e Controllo e il Dipartimento di Scienza e Cultura Visiva alla Imaginarium hanno lavorato insieme, con il supporto di Neuflize Bank, per creare un robot che incarnasse le tipologie formali e le possibilità di movimento dei robot soft.
Alcune degli animali più sorprendenti in natura hanno il corpo quasi completamente molle – si pensi del polpo, ad esempio, in grado di sollevare, trasportare, camminare, nuotare, camuffarsi e passare attraverso un tubo non più grande di 1 centimetro!
Capire i componenti basilari per la robotica soft è un primo passo fondamentale verso la creazione di macchine morbide più complesse. L’idea alla base di questo progetto è stato quello di utilizzare la stampa 3D per creare un ‘kit di parti’ che fornirebbero i pezzi con cui costruire; una serie di morbidi blocchi di costruzione robotica .
La mostra creata ad hoc per il progetto dà un’idea di come possano essere queste macchine e il gruppo di lavoro dell’installazione ha spiegato la loro esperienza :
“Questi oggetti ibridi si gonfiano con l’aria, sembrano vivere secondo il proprio respiro. Questi componenti sono parte di un tutto, appartengono allo stesso corpo i cui stati d’animo si possono osservare dal battito dei suoi organi.Una coreografia spasmodica attira lo spettatore in un viaggio in cui gli oggetti appaiono come merci presentate, prodotti pronti per l’uso … organi pronti per la produzione di massa “.
Il novanta per cento del corpo animale è composto di materiale morbido o flessibile, La rigidità è l’unica cosa che può essere rotta e quando un corpo non è più in grado di modificarsi in relazione al suo ambiente, muore.
“Come la tecnologia avanza, il computer e il corpo umano entrano in un rapporto sempre più intimo. Nel pensare al futuro, questa crescente vicinanza tra uomo e macchina ci ha portato a immaginare un ipotetico cambiamento strutturale dove il computer diventerà organico, come un esssere vivente e sarà un’entità flessibile. hanno commentato i curatori della mostra Jonathan Pepe e Julien Guillery
Il lavoro è in mostra presso lo Studio Nazionale Fresnoy of Contemporary Art
via:3dprint.com
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