Fino a poco tempo, la tecnologia di bioprinting 3D era quasi sconosciuta. Ora, è in ogni luogo, istituti di ricerca e aziende private allo stesso modo rimescolano per essere una parte di questa rapida crescita, salvavita, industria rivoluzionaria. La maggior parte delle notizie che escono del settore bioprinting viene da ospedali, università e laboratori di ricerca che stanno sviluppando nuovi metodi di tessuto umano stampa 3D. Finora, solo poche aziende hanno sviluppato e commercializzato stampanti 3D specificamente progettati per bioprinting, quindi è sempre una grande novità quando uno nuovo colpisce il mercato.
L’anno scorso, produttore di stampanti 3D della Corea del Sud, Rokit, ha annunciato che sarebbero entrare nello spazio 3D bioprinting grazie alla concessione di 3 milioni di dollari da parte del governo affermando che uno dei loro obiettivi finali sarebbe stato quello di sviluppare una biostampante 3D; Ora, a meno di un anno dopo, sembra che abbia già raggiunto questo obiettivo.
Rokit ha annunciato ufficialmente il rilascio della 3Dison Invivo, una “stampante 3D per la ingegneria dei tessuti e la ricerca bio-medica.”
Invivo è l’ultima aggiunta alla linea di stampanti 3Dison multi-materiale della società, e sembra essere altamente versatile sia con un estrusore che con un distributore di liquido. Secondo Rokit, la Invivo può stampare con una moltitudine di materiali, tra cui PLGA, PCL, PLLA, collagene, alginato, e fibroina di seta. La società afferma inoltre che la Invivo risolverà molti dei difetti delle bioprinters invivo già esistenti
“Rispetto all’aumento della domanda della stampa tridimensionale nella ricerca di ingegneria dei tessuti, il prezzo dei prodotti esistenti è troppo costoso”, ha detto un funzionario della società. “In molti casi le stampanti 3d bio si concentrano sulla semplice efficienza meccanica piuttosto che sulle specifiche che vogliono i ricercatori .”
Rokit è certa di quello che i ricercatori vogliono, grazie al suo CEO Seok Hwan You che viene dalla ricerca e sviluppo di un’azienda biofarmaceutica, e grazie alla sua vasta conoscenza biologica acquisita nel lavoro precedente, combinata con la tecnologia di stampa 3D per la progettazione del Invivo, contribuirà a sperimentare nuove aree nella bioindustria della Coreana

Il 3Dison Invivo è stata immessa ufficialmente nel mercato nel mese di aprile ma ancora non abbiamo infomazioni sul suo costo e certo non sarà l’ultimo dei contributi di Rokit al mercato bioprinting; l’azienda ha infatti già dichiarato la sua intenzione di creare una bioprinter 3D progettata per stampare la pelle del paziente-specifici. La stampa del tessuto cutaneo è stata una delle principali aree di interesse fin dall’inizio del progetto, finanziato dal governo.
Rokit collabora con l’Istituto coreano di macchinari e materiali, con il Seoul National University Hospital, con la Korea Advanced Institute of Science and Technology, e con Università Hanyang.
Il progetto mira a sviluppare una nuova forma di bioprinting che permetterà di stampare la pelle da applicare direttamente ai pazienti, rivoluzionando il trattamento delle ustioni e altri danni cutanei
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